Procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti amministrativi riassunto

Procedimento amministrativo e diritto di accesso ai documenti amministrativi riassunto

In quali attività o rapporti vengono utilizzati i documenti amministrativi?

Queste azioni “ad extra” delle Amministrazioni sono espressamente menzionate nell’articolo 105 della Costituzione, che stabilisce che la legge disciplina l’audizione dei cittadini, direttamente o attraverso le organizzazioni e le associazioni riconosciute dalla legge, nel procedimento di formazione dei provvedimenti amministrativi che li riguardano, nonché il procedimento attraverso il quale devono essere prodotti gli atti amministrativi, garantendo, ove opportuno, l’audizione delle parti interessate.

In conformità con il quadro costituzionale sopra descritto, la presente legge disciplina i diritti e le garanzie minime che corrispondono a tutti i cittadini rispetto all’attività amministrativa, sia in termini di esercizio del potere di autoregolamentazione che di potere normativo e di iniziativa legislativa.

Esistono diversi precedenti legislativi in materia. Il legislatore ha fatto evolvere il concetto di procedimento amministrativo, adattando il modo di agire delle amministrazioni al contesto storico e alla realtà sociale di ogni momento. Oltre alla nota Legge di Azcárate del 19 ottobre 1889, la prima regolamentazione completa del procedimento amministrativo nel nostro ordinamento giuridico è contenuta nella Legge di procedura amministrativa del 17 luglio 1958.

Tuttavia, questo rinvio alle disposizioni di legge ha fatto inizialmente sorgere il dubbio se il contenuto dell’articolo 105 fosse direttamente applicabile o se, al contrario, fosse necessaria l’intermediazione di una legge che, disciplinando gli aspetti contenuti nel precetto costituzionale, rispettasse il riferimento ivi contenuto alla regolamentazione per legge. La Corte Costituzionale, nella sentenza 18/1981, ha affermato che la suddetta riserva di legge dell’articolo 105 non ha il significato di rinviare la sua applicazione fino all’approvazione di una legge successiva alla Costituzione, poiché in ogni caso i suoi principi sono di immediata applicazione. Infatti, la legislazione pre-costituzionale che regola la materia (essenzialmente, la legge sulla procedura amministrativa del 1958) ha dovuto essere interpretata, dopo l’entrata in vigore della Costituzione, secondo i principi e lo spirito derivanti dall’articolo 105 della Costituzione. È vero che l’articolo 105 non stabilisce direttamente dei veri e propri diritti soggettivi, ma non può nemmeno essere considerato una mera dichiarazione programmatica, priva di qualsiasi obbligo giuridico. Sono necessarie due precisazioni:

Il diritto di accesso richiede una richiesta individualizzata dei documenti specifici da consultare, un diritto che comporta anche il diritto di ottenere copie di quelli di cui si autorizza l’esame e dietro pagamento, se del caso, dei diritti stabiliti (si veda in tal senso la sentenza dell’Alta Corte di Giustizia di Cantabria del 16 aprile 2004, che fa espresso riferimento al STSJ di Castilla la Mancha del 17 ottobre 2000 e al STSJ di Aragona dell’8 luglio 1998, che si riferiscono alla violazione del diritto del funzionario pubblico di accedere agli archivi comunali e all’esistenza di un interesse giuridicamente protetto, e al STSJ di Aragona dell’8 luglio 1998, che si riferiscono alla violazione del diritto dell’amministrato di accedere agli archivi comunali, nonché all’esistenza di un interesse giuridicamente protetto ad accedere e visionare gli archivi, nonché ad ottenerne copia, senza che il Comune fornisca una risposta giuridicamente fondata che giustifichi l’impedimento all’esercizio di tale diritto).

In relazione all’art. 37.3 LRJ PAC, la giurisprudenza, seguendo la dottrina della Corte Costituzionale, ritiene che “il concetto di interesse diretto deve intendersi sostituito da quello di interesse legittimo, in quanto l’esercizio di tale diritto può dipendere dalla successiva pretesa nei confronti dell’Amministrazione, senza che tale pretesa debba avere origine esclusivamente da un interesse individuale” (STS del 14 dicembre 1990).