Complemento di termine a che domanda risponde

Complemento di termine a che domanda risponde

Tipi di complementi di circostanza

I complementi indiretti – o oggetti indiretti – specificano chi riceve l’azione verbale, sia con verbi transitivi che intransitivi. Sono sempre introdotti dalla preposizione “a” e la sostituzione pronominale è con “le/les”. Esempi di complementi indiretti:

Alcuni verbi hanno una preposizione, cioè per assumere un significato hanno bisogno di un complemento verbale guidato da una preposizione: il complemento verbale di regime. In molti casi si tratta di verbi pronominali, anche se possono essere di altro tipo. Se togliamo la preposizione, vedremo come la frase perderà il suo significato, anche se li sostituiamo con il pronome personale tonico corrispondente: “lui/lei”.Esempi di complementi verbali:

Alcune frasi sostantive possono funzionare come complementi circostanziali: “Verrò lunedì”. Tuttavia, possono essere sostituiti da sintagmi preposizionali: “verrò lunedì”, “durante il lunedì”. D’altra parte, alcuni complementi sostantivati possono indicare semanticamente lo spazio e il tempo, nozioni proprie dei complementi circostanziali del verbo, di solito di tempo o di luogo: “La credenza nell’angolo è posta nell’angolo”. Pertanto, le classificazioni del complemento circostanziale risultano essere più semantiche che sintattiche e funzionali e possono quindi essere fuorvianti e confuse.

Nota: l’affermazione e la negazione (o qualsiasi sintagma che renda la frase negativa, come il jamás) sintatticamente possono essere analizzate anche come modificatore diretto (DM). È discutibile se l’affermazione e la negazione non siano circostanze. Alcuni autori ritengono che gli avverbi di affermazione e negazione “sì” e “no” siano modificatori di frase perché si riferiscono alla realtà dell’intera frase, ma altri, con un concetto più ampio di complemento circostanziale, intendono che questi avverbi esprimono una circostanza positiva o negativa del predicato verbale, come se fosse un luogo, un modo…, e quindi evitano il termine “modificatore”.

Innanzitutto, inizia con la frase “Puoi dirmi…?”. In secondo luogo, il resto della domanda, dove si trova MacDougal Street, non utilizza l’ordine di parole soggetto verbale di una normale domanda. Utilizza l’ordine delle parole di un’affermazione ed è una clausola sostantivata.

Le domande indirette esprimono una domanda o un dubbio in modo indiretto. A differenza delle domande dirette, che sono frasi indipendenti, le interrogative indirette dipendono da una proposizione reggente, vediamo insieme i seguenti esempi:

Tutti questi verbi possono contenere anche altre frasi subordinate, in particolare oggettive o soggettive: “So cosa pensi” (interrogativo indiretto), “So che pensi male di me” (oggettivo).

– Le domande parziali indirette sono introdotte dagli stessi elementi che introducono le domande parziali dirette, ossia: chi, chi, cosa, quando, come, dove, perché, cosa, ecc;

Quando la domanda indiretta dipende da un verbo con una preposizione, l’elemento interrogativo è preceduto dalla preposizione richiesta dal verbo: “Non sono sicuro di quale corso scegliere”, “Non mi sono reso conto di cosa stava succedendo”.