
Legge 104 documenti da presentare
Legge 27275
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L’articolo 149.1.30 della Costituzione stabilisce che lo Stato ha la competenza esclusiva di regolamentare le condizioni per l’ottenimento, il rilascio e la convalida delle qualifiche accademiche e professionali.
Per quanto riguarda l’istruzione universitaria, l’articolo 32.2 della Legge organica 11/1983, del 25 agosto, sulla riforma universitaria, stabilisce che il Governo regoli le condizioni per il riconoscimento dei titoli di studio stranieri.
Ora che è stato emanato il Regio Decreto 86/1987 del 16 gennaio 1987 (“Boletín Oficial del Estado” del 23 gennaio 1987), che regola le condizioni per il riconoscimento dei titoli di studio superiori stranieri, in attuazione della citata disposizione della Legge di Riforma Universitaria, è opportuno regolamentare la materia per quanto riguarda i titoli di studio e gli studi non universitari.
Uno degli obiettivi di questo Regio Decreto è quello di uniformare i criteri per il riconoscimento e la convalida dei titoli e degli studi stranieri non universitari a quelli stabiliti nel Regio Decreto sopra citato.
CONSIDERANDO: I) La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’orientamento sessuale e l’identità di genere invita “tutti gli Stati e i meccanismi internazionali pertinenti in materia di diritti umani a impegnarsi per la promozione e la protezione dei diritti umani di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere”.
III) Il suddetto strumento afferma che, per generare pari opportunità, si devono sviluppare “politiche educative, misure lavorative o sociali, o qualsiasi altro tipo di promozione”, il che si riflette negli articoli 12, 13, 14, 15, 16 e 17 della Legge 19.684.
IV) Che la discriminazione delle persone trans sul posto di lavoro, il loro principale mezzo di sostentamento, è visibile negli alti livelli di disoccupazione, nei bassi livelli di formalità del lavoro e nel commercio sessuale come destinazione quasi inevitabile per le donne trans.
V) Che l’alto tasso di espulsione da casa, l’interruzione della loro traiettoria educativa, il livello di istruzione e di formazione professionale, sebbene non spieghino di per sé la discriminazione lavorativa, hanno un impatto sulle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro retribuito.